Chiacchierata via Instagram con lo Chef blucerchiato Ivano Ricchebono (qui trovate il video integrale), insignito della stella Michelin con il suo ristorante a Genova The Cook al Cavo.
La passione per la Sampdoria nasce sin da bambino, nelle domeniche trascorse a Marassi in tribuna con il papà e i due fratelli. I primi vividi ricordi in blucerchiato? “Sicuramente la prima Coppa Italia, avevo 12 anni. E ho questo ricordo nitido dell’infortunio di Trevor Francis contro l’Avellino…”
Una passione tanto forte che lo chef indossa sempre un braccialetto blucerchiato, che porta in cucina e in televisione, dove ha lavorato per anni con Antonella Clerici.
“Antonella è simpatizzante sampdoriana perchè con le sue prime esperienza lavorative alla “Domenica Sportiva” aveva conosciuto Vialli e Mancini di cui era amica. E in trasmissione era contenta che le ricordassi la Sampdoria e tutto quel mondo…Poi adesso è fidanzata con Vittorio Garrone, quindi la sua sampdorianietà si è rafforzata!”
Rimanendo in argomento “presidenziale”, si sa il piatto preferito di Massimo Ferrero? “Veramente no, non ho mai avuto il piacere di averlo nel mio ristorante, ma posso immaginare che gli piaccia la carbonara…gli proporrei uno Spaghetto “Mancini” alla carbonara di seppia nel suo nero”
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Gli chiediamo cosa si provi ad essere uno dei pochi VIP tifosi della Sampdoria: “Sono orgogliosissimo. Negli anni di lavoro in televisione, anche con la complicità di Antonella Clerici, ho fatto delle cose… dopo uno dei numerosi derby vinti, mi sono messo fischiettare in diretta il motivo di Manolo Strimpelli, tra gli sguardi allibiti della redazione…Poi solitamente entravo in studio sulle note di “Ma il cielo è sempre più blu”… insomma: ho esternato l’amore per questi colori tutte le volte che ho potuto!”
Abbiamo poi giocato con lo chef ad abbinare alcuni dei suoi piatti ai giocatori della Sampdoria, prendendo spunto dal suo libro “ll piatto dei desideri”. Una formazione da Stella (“Io ci ho messo sei anni a prenderla, i Genoani non ce la faranno mai” commenta divertito)
Partiamo con Emil Audero: per lui rana pescatrice affumicata con salsa allo yogurt e cialda di riso artemide. Un piatto strutturato ma equilibrato, che rappresenta in pieno le doti del numero uno blucerchiato.
Poi i centrali difensivi: per Maya Yoshida un piatto che richiama il suo Giappone, polpo rosticciato glassato alla soia con il suo hosomaki. Per Lorenzo Tonelli, il “ragionatore” invece lo chef pensa ad un cervella fritta.
Per Murru mandilli de saea al pesto, mentre Bereszinsky invece un bel minestrone alla genovese, per immergersi nella tradizione.
A centrocampo partiamo da Morten Thorsby: il piatto è prescelto è il brandacujun, che unisce la Norvegia alla Liguria.
Per Albin Ekdal, il giocatore preferito dello chef, ci vuole un piatto elegante: e allora ecco una scaloppa di fois gras con una riduzione di vermentino e moscato con il pan brioche.
A chiudere il reparto, Karol Linetty, un giocatore di sostanza che ormai vive Genova come casa sua. E allora la scelta cade su sua Maestà, il Cappon Magro.
Per il tridente offensivo, passiamo al dessert. Per Gaston Ramirez, il fantasista, quattro macaron con creme e gusti diversi, che rappresentano l’adattabilità e lo fantasia dell’uruguaiano.
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A Manolo Gabbiadini tocca IceNespresso e Mu: una granita al caffè con il gelato sifonato, salsa al caramello e mu. Un’ esplosione di carica… “Così non si addormenta” aggiunge sorridendo chef Ricchebono.
E poi Capitan Fabio Quagliarella: cioccolato in consistenze. Crumble di cioccolato, gelato al cioccolato e torta di cioccolato.
Per Sir Claudio Ranieri, la ricetta è quella della salvezza e viene accostato ad uno dei piatti simbolo del Cook, che secondo lo chef è quello che per lui più rappresenta la Sampdoria: acciuga su tela. “Un piatto colorato, con tutti gli ingredienti al posto giusto – continua – come sta facendo Ranieri mettendo al posto giusto i giocatori che ha disposizione. Se si riprenderà a giocare, sarà un campionato falsato e la Samp è ancora a rischio, ma con Ranieri possiamo stare molto più tranquilli”
A chiudere piatto speciale per Angelo Palombo, primo blucerchiato ospite dello chef nel suo ristorante, nel 2004. Per lui un carciofo d’Albenga fritto, con salsa bernese e scampo. “Visto che magari gli scampi non riesce a pescarli…”
Ma c’è un altro ex giocatore a cui Ivano Ricchebono è molto legato: Simone Pavan. “Lo sento ancora, un bravissimo ragazzo, ha sempre fatto il suo lavoro… e poi mi ha portato tutta la squadra di quell’anno…era un rito scaramantico e venivano tutti i giovedì sera – continua ridendo – Poi hanno smesso e siamo arrivati quinti ad un punto dal quarto posto”.
Adesso lo chef è pronto a riaprire, a tornare in campo (cioè ai fornelli) come la Sampdoria…
E noi ovviamente tifiamo per loro.