Cessione Sampdoria, Stefano Versace: ci vogliono ancora anni, ma non ci sono problemi. L’imprenditore italiano stabilito a Miami torna a parlare del suo rapporto con i colori bluerchiati
Stefano Versace ha cercato di entrare nel club blucerchiato, senza riuscirci. In un lungo post sul suo profilo social, che parte da una foto con l’amico Sergio Montaner, lo racconta. Ma non si ferma a questo. Secondo Versace la Sampdoria è in buone mani, non ci sono grossi problemi, non è più “in pericolo di vita”.
Ecco le sue parole.
Lui è Sergio Montaner. 30 anni fa non ci conoscevamo, ma stavamo a pochi metri di distanza nello stesso stadio, alla stessa ora, per assistere allo stesso evento: la finale di Coppa dei Campioni a Wembley tra Sampdoria e Barcellona.
Solo una cosa era differente: io uscivo triste e in lacrime, lui usciva festeggiando per la vittoria del suo Barça. Dopo 30 anni ci siamo conosciuti dall’altra parte del mondo, qui a Miami.
Nel frattempo lui è diventato vice presidente del Board of Trustees del Barcellona. Vorrei poter dire anche io che faccio parte del board della squadra per cui tifo da sempre. L’ho sognato per tutta la vita. E in effetti ci ho provato, tempo fa, quando ho avuto la sensazione che la Sampdoria fosse in pericolo.
L’ho fatto perché da tifoso sentivo che dovevo far qualcosa per salvare la squadra che ha segnato ogni giorno della mia vita, la squadra il cui stemma porto tatuato sul corpo.
Cessione Sampdoria, Stefano Versace crede sempre in un cambio di proprietà
Cessione Sampdoria, Stefano Versace: ci vogliono ancora anni, ma non ci sono problemi
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All’epoca avevo visto giusto, avevo ragione: la Sampdoria era in effetti in pericolo e le vicende successive, che hanno portato all’arresto dell’ormai ex presidente Ferrero, lo hanno confermato.
Da quel giorno però molte cose sono cambiate, e sono cambiate in meglio, grazie a Dio.
Oggi, posso garantirvelo, la Sampdoria non è solo in buone mani: è in ottime mani. Mani competenti, serie, professionali. Mani che si muovono con estrema attenzione. Mani collegate a un cuore pulsante, un cuore blucerchiato che guida la squadra con passione anche nei momenti difficili.
Certo, finanziariamente il club non naviga nell’oro, ma non ha nessun tipo di problema anche grazie a chi la sta guidando con professionalità e la sta conducendo verso porti sicuri. L’iscrizione in anticipo alla serie A ne è la dimostrazione più tangibile.
Cosa posso fare oggi, io? Cosa possiamo fare tutti? Ora che la squadra non è più in pericolo di vita, quello che ogni vero tifoso può fare, me compreso, è continuare a dare una mano. Come?
Evitando di alimentare polemiche, di far circolare indiscrezioni infondate, di inventare cordate inesistenti o diffondere informazioni false.
Chiunque ami la Sampdoria ha un solo dovere: rispettare il silenzio, lasciare lavorare chi la sta gestendo nel miglior modo possibile, costruendo un clima di serenità attorno a loro.
Ogni vero sampdoriano deve oggi neutralizzare qualsiasi tentativo di scoop. La Sampdoria sta bene, e questa è l’unica cosa che conti davvero.
Certo, capisco la passione, e la condivido. Come detto, la Samp ce l’ho scritta sul corpo.
Anche io, come voi, sono in trepidazione per un annuncio che non vediamo l’ora che arrivi. Ma perché le cose facciano il loro corso ci vuole un tempo lungo, magari anche un paio d’anni, e destabilizzare l’ambiente non aiuta.
Creare polemiche, diffonderle, alimentarle, complica e rallenta le trattative. Abbiamo già la stampa cittadina (falsa e bibina) che tenta di mettere i bastoni tra le ruote. Allora, ancora di più, a noi spetta invece metterci attorno a chi sta lavorando bene e difenderlo.
Quando sarà il momento festeggeremo tutti assieme. Ma quel momento non arriverà mai, se non contribuiamo a creare un clima di serenità.
Perciò, amiche e amici, godiamoci l’estate, sosteniamo la Samp, facciamo quadrato attorno a Lei.Facciamo in modo che quel filo che lega tutti noi Sampdoriani diventi una barriera protettiva, uno scudo per coloro che lavorano attivamente al suo interno.
Forza Sampdoria, sempre.