Roberto Albisetti ha fatto il punto sulla situazione societaria della Sampdoria, anche in ottica di una possibile cessione della società
Mentre Andrea Mancini e Jesper Fredberg stanno cercando di allestire una squadra all’altezza per Massimo Donati, all’interno dela società Sampdoria sono cambiate diverse cose, non ultima il Cda. Con l’ingresso dello stesso Fredberg, di Ting Yong Tan e di Francesco De Gennaro, oltre alle conferme di Matteo Manfredi e Raffaele Fiorella.
A Telenord, l’esperto di finanza Roberto Albisetti ha spiegato nel dettaglio cosa è accaduto, a livello societario, alla Sampdoria. Partendo dalla buona volontà iniziale di Tey e Manfredi, che, poi, si sono dovuti confrontare con un netto cambio di strategia. L’investimento che avevano pensato, non sarebbe bastato per rivendere la società.
Cessione Sampdoria, il punto sul Cda
Cessione Sampdoria, Roberto Albisetti: Manfredi e Tey avrebbero dovuto investire 200 milioni per il rilancio. Le parole
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Come affermato da Albisetti, per rilanciare la Sampdoria, anche dal punto di vista sportivo, i soldi investiti sarebbero dovuti essere circa 200 milioni, più di quelli messi finora:
Questi signori erano entrati con buona volontà e con delle aspettative molto alte, pensando che investendo 100 milioni di euro e riuscendo a far stare a galla la Samp avrebbero potuto rivenderla, probabilmente già adesso, al doppio di quello che avevano investito. Mentre invece quello che avrebbero dovuto investire per garantire il rilancio della società anche dal punto di vista sportivo avrebbero dovuto essere 200 milioni e non i 100-110 che ci hanno messo fino adesso. Quindi hanno dovuto cambiare la strategia e purtroppo hanno preso delle decisioni che non sono state positive, delle decisioni sbagliate e ne sono ben al corrente.
E il nuovo Cda? Il cambio dell’assetto delinea una strategia che punta a evitare situazioni delicate come quella dell’anno scorso. Anche se, secondo Albisetti, c’è poca fiducia per il campionato che aspetterà la Sampdoria:
Il cambio dell’assetto del governo corporativo e della società ne è un esempio, la presenza un po’ più frequente dell’azionista di riferimento. La strategia oggi è una strategia di galleggiamento evitando di avere degli affondamenti come quello che si è rischiato l’anno scorso. Non aspettiamoci un campionato brillante anche se la speranza è l’ultima a morire.