La Sampdoria è in difficoltà, i tifosi invocano il cambio di proprietà ma secondo Albisetti è difficile che la cessione avvenga a breve
La proprietà della Sampdoria non è più la benvenuta né è benvoluta a Genova. Lo hanno ribadito ancora nella partita casalinga col Mantova i tifosi sampdoriani, con una coreografia nella Sud che indicava in Joseph Tey, Nathan Walker, Matteo Manfredi e Jesper Fredberg coloro che hanno infangato il nome del club.
Insomma, la piazza vorrebbe un immediato cambio di proprietà. Una nuova cessione a qualcuno che possa farsi carico finanziariamente della Sampdoria, che ne sappia gestire il prestigio e che abbia le capacità di riportarla in alto, risollevandola dal baratro in cui è già caduta e sta tornando a cadere. Una missione che, però, pare impossibile a breve.
L’esperto Roberto Albisetti è convinto, innanzitutto, che anche un cambio di proprietà ora, per quanto rapido possa essere, non potrebbe fare in modo che il nuovo azionista intervenga nel calciomercato di gennaio. Lo ha detto intervenendo a Telenord:
Un possibile cambio di proprietà, se non avviene rapidamente, non avrà la possibilità di portare risultati concreti. Ma non c’è tempo per chiudere un cambio di proprietà a qualcuno di nuovo. Qualunque gruppo sia. La cosa importante è che c’è troppo poco tempo perché ci sia una transizione della proprietà e questa nuova possa immettere fondi per comprare giocatori che svoltino il campionato
Sampdoria, Albisetti: “Cessione? Non abbastanza in tempo per il mercato di gennaio. Servono valutazioni complesse”

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In sostanza, secondo Albisetti, anche a gennaio sarà Joseph Tey a doverci mettere i soldi. Anche perché chiunque arrivasse per comprare la Sampdoria avrebbe bisogno di tempo per esaminare la situazione. Che non è esattamente rosea:
Negoziare con un investitore nuovo che viene dall’estero in due mesi una transazione di questo tipo è complesso. Devono iniziare a fare valutazioni, a vedere i numeri, guardare qual è il preventivo di chiusura del 2025, quanto si perderà nell’anno in corso. E quanto valgono le attività, i giocatori a bilancio. Un prestito convertibile con delle caratteristiche di opzione a convertire in azioni si può fare. Ma in questa situazioni, con un patrimonio negativo della società, le pretese dell’azionista non possono essere molto elevate
E qui si innestano anche le ragioni che spingono l’attuale investitore di Singapore a restare. Perché Tey non lascia tutto e se ne va? Risponde Albisetti:
La motivazione principale di Tey per restare e metterci almeno 10 milioni per comprare un gruppo di giocatori che possano salvare la Sampdoria è essenzialmente lo spirito di conservazione. Così com’è oggi se la Samp va in C e verosimilmente avrà un’ulteriore perdita tra 20-30 milioni nel bilancio del 2025, sommandolo già a un patrimonio negativo di circa 40 milioni che c’era alla chiusura dell’esercizio 2024 la situazione sarebbe altamente critica. E rischieremmo che la società venisse liquidata in mancanza di una ricapitalizzazione. Ma ci vorrebbero molti quattrini per farlo



