Cessione Sampdoria e nuova indagine su Ferrero: la strategia di Barnaba e il “no” del CdA, del collegio sindacale e delle banche,
Le indagini della Procura di Genova sull’operato di Massimo Ferrero e dei suoi dirigenti alla guida del club blucerchiato non sono state un fulmine a ciel sereno.
Si sapeva che la Procura di Torino aveva mandato gli atti ai colleghi delle varie città dove hanno sede le squadre coinvolte nelle plusvalenze gonfiate con la Juventus.
Si sapeva che la Procura di Paola aveva allargato la cerchia delle indagini dalle società calabresi ai prestiti garantiti dallo Stato erogati alla Sampdoria ma forse utilizzati per altro. Ne avevamo parlato in maniera approfondita nel lontano dicembre 2021 (Arresto Ferrero e indagini sui prestiti Covid: cosa rischia la Sampdoria. Il punto)
Ma il coinvolgimento della Sampdoria, quantomeno nelle indagini, consente di analizzare a posteriori l’andamento della trattativa per la cessione della Sampdoria.
Cessione Sampdoria e nuova indagine su Ferrero: la strategia di Barnaba e il “no” del CdA
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In particolare la prima fase del coinvolgimento di Alessandro Barnaba e Merlyn Partners. Nell’autunno 2022 il finanziere romano esamina i conti del club blucerchiato ed emergono diverse perplessità (evidentemente fondate, o quanto meno con un minimo fondamento). Si covince che la strada più sicura per la salvezza della Sampdoria sia l’azzeramento del capitale sociale da parte del CdA. Certo, ciò avrebbe comportato un passaggio in Tribunale (cosa che comunque sarebbe avvenuta…), Barnaba avrebbe poi condotto la trattativa e chiuso la partita entro fine anno.
Un piano giudicato irricevibile non solo dal CdA, ma anche dal collegio sindacale e dalle banche che sostenevano la Sampdoria (in primis Banca Sistema, che peraltro ha erogato 17 milioni di prestiti garantiti SACE)
ello scorso autunno, quando Alessandro Barnaba, durante la trattativa per l’acquisizione della Sampdoria, una volta esaminati i bilanci aveva avuto modo di esprimere perplessità, che lo avevano indotto a suggerire un percorso che prevedeva l’azzeramento del capitale da parte del cda e che i libri passassero al tribunale, dove lo stesso Barnaba avrebbe condotto la parte più delicata della trattativa, con l’intenzione di chiudere tutto entro fine dicembre. Ma tale piano venne giudicato irricevibile da CdA, collegio sindacale e dal mondo del credito che in quel momento sosteneva la Sampdoria.