Cellino ha puntato il dito contro l’ex dg Micheli per l’uso con i crediti d’imposta per il Brescia, ma l’accusato si difende
È scontro in casa Brescia tra il presidente, Massimo Cellino, e l’ex direttore generale Luigi Micheli sull’utilizzo dei crediti d’imposta che hanno procurato al club lombardo il deferimento al Tribunale Federale Nazionale. Con il conseguente rischio di 4 punti di penalizzazione che ha causato lo scossone della classifica in Serie B.
Tra le recenti dichiarazioni che il presidente delle Rondinelle ha rilasciato per difendere il suo operato, ha anche attaccato proprio Micheli, dimessosi dal suo incarico proprio nel periodo in cui è stata commessa la violazione, secondo quanto riscontrato dalla Covisoc. Cellino ha detto che ogni cosa era stata predisposta proprio dall’ex dg del Brescia insieme al Gruppo Alfieri Spv. Voci che ora Micheli ha voluto smentire, rispedendo al mittente le accuse attraverso un’intervista rilasciata a Bresciaingol:
Crediti d’imposta? Ho sempre detto a Cellino di non utilizzarli. Mi sono dimesso dall’incarico di direttore generale del Brescia perché si arrivava sempre all’ultimo per pagare pagare il dovuto ed ero stufo. Non condividevo affatto i modi che Cellino voleva adottare. Ho dato mandato ai miei avvocati di tutelare la mia dignità e immagina dinanzi a certe dichiarazioni effettuate sul mio operato
Caos Brescia, Micheli replica a Cellino: “Non condividevo i modi del presidente. Si arrivava sempre all’ultimo per pagare”
Caos Brescia, l’ex dg Micheli respinge le accuse di Cellino: mai consigliato di usare crediti d’imposta
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L’ex dg del Brescia, ora consulente del Cosenza, afferma di non aver mai consigliato a Cellino quella via per pagare le ritenute d’imposta Irpef e Inps degli stipendi. Anzi, aggiunge di non essersi mai fidato di quella modalità e di non aver condiviso i modi in cui operava il presidente del club. Fattori che lo hanno portato alle dimissioni. Micheli, in sostanza, respinge ogni accusa e si smarca dalle colpe attribuitegli dal suo ex patron. Il quale, peraltro, ha anche accusato lo studio di commercialisti Gamba, ai quali si è sempre rivolto finora.