Con la sosta per la nazionale esplode il caso delle Asl: quelle di Milano, Genova e Crotone consentono la partenza, Roma e Firenze no e Augello spera
Partono tutti. Anzi, non parte nessuno. Anzi partono tutti. La sosta per le nazionali inizia nel peggiore dei modi. Con ogni Asl a decidere per conto suo se mandare o no in nazionale i giocatori delle squadre con positivi al Covid. Questa difformità di giudizio ha fatto infuriare l’Inter e il suo ad Beppe Marotta, che, in seguito al via libera dell’Asl di Milano alla partenza dei nazionali, ha perso la pazienza.
“Questa situazione è iniqua, siamo rammaricati: invochiamo l’intervento del ministero dello sport. Così i campionati vengono alterati. Assurdo che le Asl comportino in modo diverso d Roma 1 o Roma 2, o da Milano a Firenze. C’è la zona d’ombra nella mancanza di centralità di questa gestione. In questo modo ogni Asl diventa centrale nella gestione dei club”.
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La rabbia di Marotta, che aveva anche proposto di fermarsi per 15 giorni “boicottando le nazionali” è dovuta al fatto che le Asl di Milano, Genova e Crotone hanno acconsentito alla partenza, mentre quelle di Firenze e di Roma no.
Oltre all’Inter, che ha Padelli positivo, il Genoa, che ha Zapata, vedrà partire dieci elementi, mentre il Crotone, con Molina positivo, ne vedrà partire sei. I tredici della Fiorentina, che ha Callejon positivo, i sei della Lazio (Immobile, Strakosha e Leiva i positivi) e i sette della Roma (con Dzeko e Calafiori) rimarranno con le rispettive squadre.
Con questo caos generato dalle asl e le assenze dalla Nazionale di Biraghi (Fiorentina) e Spinazzola (Roma) Mancini potrebbe pensare di dare un’occasione ad Augello.