Il prossimo calciomercato dovrebbe essere l’ultimo a consentire alle società di calcio italiane agevolazioni sugli ingaggi agli stranieri.
Il Decreto crescita, attualmente in vigore, dovrebbe essere revocato. L’Associazione Italiana Calciatori (AIC) si è già mossa chiedendo al Governo di tutelare i calciatori italiani. Una richiesta che difende gli interessi dei nostri giocatori, ma che vede molte società scontente. I club non potrebbero, infatti, più godere di agevolazioni per i contratti con calciatori stranieri, con uno sconto del 25% sull’ingaggio. Fermo restando che il regime preferenziale, che dimezza la tassazione, rimarrà valido per i contratti in essere.
Non è un mistero che ad oggi i calciatori stranieri guardano con favore la possibilità di accasarsi in squadre italiane per le agevolazioni fiscali previste.
Verso lo stop dell’agevolazione fiscale per calciatori stranieri in serie A
Calciomercato, stop agevolazioni per stranieri. La Norma
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Recentemente anche top player come Cristiano Ronaldo hanno valutato tra i fattori per scegliere la nostra serie A anche fattori economici come un’esenzione fiscale sulla base imponibile pari al 50 %.
In uno studio intitolato “Tassare il calcio professionistico nell’Ue” pubblicato dal Parlamento europeo e redatto da quattro accademici belgi, uno di questi, il professor Robby Houben dell’Università di Anversa, aveva sottolineato come il regime fiscale italiano fosse uno dei più attraenti per i top player stranieri
Nel documento viene ricostruito l’iter normativo che oggi consente ai calciatori stranieri ‘comprati’ da club italiani di accedere a un’esenzione fiscale del 50 %.
L’Olanda e la Francia garantiscono attualmente ai calciatori un’esenzione del 30 per cento, in base alle aliquote nazionali in vigore. La Spagna aveva invece introdotto nel 2004 un regime estremamente favorevole ai calciatori provenienti dall’estero, la cosiddetta legge Beckham che dal 2015 non può più essere applicato ai calciatori. In Belgio è previsto un incentivo fiscale alle società sportive che permette un risparmio dell’80 per cento sulla ritenuta, che deve, prò, essere reinvestito dai club in attività come la formazione dei giovani calciatori.