Pietro Accardi ha spiegato cosa non ha funzionato nel calciomercato estivo della Sampdoria: le critiche? Non c’è mai un solo responsabile
La causa della rivoluzione nel mercato invernale è da trovare negli errori commessi in quello estivo. Pietro Accardi lo sa. Sa che le cose non sono andate come sono state progettate ad agosto, quando la rosa della Sampdoria veniva indicata come tra le migliori del campionato, salvo poi ritrovarsi invischiata nella lotta per non retrocedere.
E’ stato un mercato – l’ultimo – condizionato dai paletti imposti dalla Figc dopo l’omologa del piano di rientro dell’ottobre del 2023, ma non è stato quello l’unico problema. Anche perché sono arrivati calciatori importanti come Massimo Coda e Gennaro Tutino:
E’ stato un mercato condizionato da paletti. E comunque quanto ho fatto aveva entusiasmato tutti, all’interno e all’esterno. Chiaro, il campo è l’unico giudice. Potevano esserci mancanze, delusioni, ma non era una rosa che doveva lottare per salvarsi. Qualcosa all’interno non ha funzionato. Prendiamo Coda, a 3 gol dal record assoluto di marcature in B, un top della categoria. O Tutino, che aveva richieste anche dalla A. Sfido chiunque a dire, ad agosto, che Coda e Tutino fossero dei problemi.
Sampdoria, il mercato di Accardi: cosa non ha funzionato in estate
Calciomercato Sampdoria, Pietro Accardi: in estate ero un papa poi le critiche. Ma non solo colpa mia!
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Una rosa troppo ampia, con 26 giocatori di movimenti, ha contribuito a creare difficoltà di gestione. Si creano malcontenti e non è facile riuscire ad accontentare tutti:
Anche l’anno della B quando giocavo io nella Samp avevamo avuto difficoltà, in quel caso tanti di noi con parecchie stagioni di A alle spalle non erano riusciti a calarsi nella nuova realtà. La rosa troppa ampia, con 26 calciatori anche importanti che hanno perso un po’ di leadership e questo genera malcontento in un gruppo.
Accardi accetta le critiche. Sa che fanno parte del lavoro, di questo lavoro, ma è consapevole anche di non essere l’unico responsabile della situazione della Sampdoria. E’ arrivato, però, per assumersi le responsabilità:
Non è la prima volta che finisco sotto attacco, ma lo metto in conto perché mi piace determinare e chi determina si assume responsabilità. Il presidente probabilmente mi ha scelto anche per questo. Quando le cose vanno male, però, non c’è mai un unico responsabile.