Dopo solo un anno è già addio tra Sampdoria e Tutino, l’acquisto simbolo del calciomercato di Accardi saluta e va all’Avellino. Ecco com’è andata la sua stagione a Genova
Una folla di centinaia di sampdoriani si ammassa dentro e fuori dall’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova in piena estate. Cosa che capita spesso. È il 1° agosto 2024 e la città sta per accogliere il colpo di calciomercato più pirotecnico della Sampdoria: dal Cosenza arriva Gennaro Tutino. Dopo un anno esatto, l’acquisto simbolo dell’operato di Pietro Accardi in blucerchiato sta per salutare, direzione Avellino.
L’attaccante doveva essere, insieme a Massimo Coda, la punta di diamante di una Sampdoria in grado di puntare alla Serie A. E questo addio dopo un anno lascia ancora un po’ l’amaro in bocca per come è andata a finire, sia questa storia sia la stagione scorsa. Il club blucerchiato cede ai campani, neopromossi in Serie B, il suo numero 10, in un affare che più o meno fa felici tutti.
In primis il giocatore, contento di tornare in Campania, la sua regione di nascita, nonché di vestire di nuovo una maglia che ha indossato 10 anni fa. L’Avellino, poi, è contento di aver piazzato questo colpo grosso di calciomercato, per cui ha lavorato per settimane, e che rappresenta un bel segnale per la piazza. La Sampdoria, dal canto suo, ha accontentato il suo calciatore e l’entourage, conscia che probabilmente si tratterà di una minusvalenza, ma comunque in questo momento risparmia una cifra discreta. Che potrà reinvestire.
Calciomercato Sampdoria, un anno dopo è già addio con Tutino: l’acquisto principe di Accardi che ha simboleggiato un’annata
Calciomercato Sampdoria: addio a Gennaro Tutino, l’acquisto record di Accardi. Il bilancio
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Il prestito con diritto di riscatto vicino a un milione di euro, che può diventare obbligo a certe condizioni, è chiaramente una formula che non porterà in tasca alla Sampdoria quel milione di prestito oneroso più 2,5 di obbligo di riscatto che il club ha dovuto versare al Cosenza. Una cifra che Pietro Accardi ha dovuto offrire ai calabresi per portare in blucerchiato un attaccante capace di segnare 21 reti nella stagione precedente. Sul quale, naturalmente, la società ha posto molte aspettative.
Che, come per tutta la squadra del resto, sono state in buona parte disattese. Tutino ha cominciato la stagione con 3 reti e 4 assist nelle prime 10 partite, poi ha segnato due reti di fila alla 14ma e alla 15ma giornata, contro Palermo e Catanzaro. E dopo più nulla. Il numero 10 ha giocato altre 6 partite consecutive senza segnare. Fino poi a quella col Cesena, il 17 gennaio a Marassi, in cui ha abbandonato il campo dopo 12 minuti per la frattura al malleolo tibiale.
Da lì una lunga convalescenza, che lo ha portato a ritornare ad allenarsi circa due mesi dopo. Ma poi, nel tentativo di tornare per aiutare i compagni nella lotta salvezza, ha sovraccaricato troppo le caviglie, procurandosi un infortunio a entrambe. Che lo hanno costretto ad operarsi. Tutino si è dovuto arrendere a metà aprile, lasciando posto in lista a Fabio Borini e concludere definitivamente la sua stagione con 21 presenze, 5 goal e 4 assist.
Un bilancio che, alla fine, non ha combaciato con quanto ci si aspettava quando quelle centinaia di tifosi l’hanno atteso all’aeroporto. Come, del resto, le aspettative erano molto diverse per tutta la Sampdoria dell’anno scorso. E forse è simbolico, a questo punto, che l’acquisto principe di Accardi, l’anno dopo, parta per cercare di rilanciarsi altrove. Una chiusura con questo recente passato per ripartire con più freschezza. E qualche rimpianto.