Sono diversi i calciatori coinvolti nell’inchiesta sull’evasione fiscale per l’acquisto di auto di lusso condotta dalla Procura di Genova. Tra i clienti della banda che faceva sparire tasse e Iva anche Higuain, Izzo, Rincon, Tomovic e Ansaldi, che potrebbero essere chiamati come testimoni.
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Sono almeno una decina i calciatori professionisti che figurano nell’inchiesta della Procura che ha portato a scoprire un giro di evasione milionaria su auto che venivano acquistate in Germania e rivendute a Genova.
L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 27 maggio (coronavirus permettendo). Possibile che gli stessi calciatori vengano inseriti nella lista testimoni e chiamati in aula dal giudice a deporre per chiarire come è andata la vicenda. Con questi nomi si può comporre una formazione di tutto rispetto: Gonzalo Higuain, Diego Laxalt, Tomas Rincon, Nenad Tomovic, Cristian Ansaldi e Armando Izzo.
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Nell’elenco che che i Pubblici Ministeri stano stilando in vista dell’apertura del processo, figurano anche Vittorio Panucci, padre di Christian e molti altri professionisti.
Tutti hanno acquistato macchine di lusso: Bentley, Lamborghini, Porsche. Ma a prezzi vantaggiosi, apparentemente affidabile che garantiva anche pratiche senza intoppi. Gli sconti però erano il frutto di un raggiro finalizzato ad evadere sistematicamente l’IVA.
I clienti erano all’oscuro di tutto e potrebbero essere chiamati in aula a ricostruire le dinamiche illecite. Come semplici testimoni e senza dover rispondere di alcuna contestazione.
La procura contesta una serie di reati gravi, dall’associazione a delinquere finalizzata all’auto-riciclaggio, alle false dichiarazioni, all’emissione di fatture inesistenti e al falso in atto pubblico.
EVASIONI PER MILIONI DI EURO
Secondo quanto emerso dalle indagini, la banda aveva creato una vera e propria struttura che permetteva di evadere totalmente l’imposta sul valore aggiunto e quelle sul reddito con un meccanismo facile (e illegale ovviamente).
Attraverso passaggi fittizi di proprietà a soggetti prestanome, le auto risultavano di proprietà di società straniere, con un rigiro di carte volto ad eludere i controlli della motorizzazione civile.
E tutte erano riconducibili allo stesso gruppo di persone. Così, alcuni mesi fa, è partita l’indagine avviata dalla procura di Genova: in campo settanta ufficiali di polizia giudiziaria dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (ADM) con gli agenti la squadra di polizia giudiziaria del compartimento di polizia stradale della Liguria.