Compiono 115 anni gli Xeneises, il Boca Juniors, club argentino di Buenos Aires, fondato da 5 emigranti di origini genovesi. 115 anni di trionfi, in con i colori azul y oro.
LEGGI ANCHE La Premier League dà l’ esempio
Il 3 aprile del 1905, 115 anni fa, 5 emigranti di origini genovesi (Baglietto, Scarpatti, Sana e dei fratelli Farenga,)fondavano il Club Atlético Boca Juniors. Battezzarono il club con Boca, il nome del quartiere, a cui aggiunsero Juniors per dargli un tocco inglese. Un tributo ai marinai inglesi che vedevano giocare a calcio sui moli di Buenos Aires.
Nella prima partita della sua storia il Boca batté il Mariano Moreno per 4-0 nella prima partita della sua storia. Mancava solo una cosa, la più importante forse…il colore sociale.
La leggenda che si intreccia con la verità narrà che nel 1910, si decise di lasciar scegliere alla sorte. Il presidente Brichetto, di mestiere manovratore al porto disse: «Andiamo ad aspettare la prima nave che entrerà in porto. I colori della bandiera di quella nave saranno quelli ufficiali del club». La prima nave avvistata batteva bandiera svedese…e il resto è storia. Il blu e giallo, l’Azul y Oro si legarono indissolubilmente al Boca Juniors.
LEGGI ANCHE Coronavirus, quanto dura la quarantena della Sampdoria?
Il nomignolo Xeneises, in onore ai 5 fondatori di origini genovesi, rimane tutt’oggi come un marchio. Un filo lungo per tutto l’oceano atlantico. L’unico italiano a vestire la gloriosa maglia del Boca è stato Daniele De Rossi. Un romanista fedele ma che non ha mai nascosto un’ammirazione per la squadra argentina. Tanto da rifiutare la corte delle numerose squadre italiane (Sampdoria inclusa) che lo volevano dopo la fine del contratto con la Roma e volare a Buenos Aires per chiudere la sua carriera proprio al Boca Juniors.
In 115 anni di storia infatti la maglia Azul Y Oro è stata vestita da giocatori leggendari: El Rata Rattín, El Loco Gatti, Diego Armando Maradona (che riportò il titolo a La Boca nell 1981) e El Flaco Schiavi. Uno talmente dedito alla causa, che disputò partita di Copa Libertadores con l’appendicite. Fu ricoverato e operato d’urgenza, ma solo a partita finita. Venendo ai giorni nostri, da ricordare ovviamente l’Apache, Carlitos Tévez. Ha lasciato i soldi dei top club europei per tornare in quella a casa sua, alla Bombonera.
E poi l’attuale vicepresidente Juan Román Riquelme, che vinse tutto (5 campionati, 3 Libertadores e anche una Coppa Intercontinentale). Un po’ di invidia ce l’abbiamo, se pensiamo a Luca Vialli e al suo mancato ritorno da Presidente della Sampdoria…
TANTI MESSAGGI DI AUGURI
Rolando El Flaco Schiavi, dalla sua quarantena racconta: “Il Boca significa tutto nella mia vita. Da bimbo guardavo alla tele ogni partita sognando un giorno di essere lì e adesso ho la fortuna di portare allo stadio tutta la mia famiglia e i miei figli. Essere del Boca è qualcosa che non si può spiegare a parole. E’ un senso d’appartenenza che senti ogni secondo nel
tuo cuore. Per questo sarò sempre un bostero”.
Parole emozionate anche per Darío Ismael Benedetto, bomber dell’Olympique Marsiglia ed ex Boca: “Buon 115° compleanno e grazie per tutte le emozioni che mi hai regalato, Boquita de mi
vida!”.
L’Apache non è stato da meno. Non potendo festeggiare tutti insieme con asado e Coca Cola+Fernet Branca (il cocktail tipico) a mandato un messaggio a tutti tifosi : “Stiamo festeggiando i nostri 115 anni, ognuno dalla propria casa. Facciamo vedere che la passione non va in quarantena, mettiamo sul balcone una bandiera azul y oro e indossiamo la maglia del club!”.
Ci piace pensare che nel DNA del Boca Juniors ci sia quella genovesità, quella passione che unisce una squadra storica con la nostra Sampdoria…
Auguri Xeneises!