Dal tribunale del Riesame di Catanzaro si allungano altre ombre su Massimo Ferrero dopo l’arresto: coinvolto anche il trust Rosan
Continuano a emergere nuovi dettagli sulla vicenda che ha portato, il 6 dicembre scorso, all’arresto di Massimo Ferrero. Nell’edizione odierna del Secolo si legge che l’ex presidente della Sampdoria, avendo già ricevuto un avviso di garanzia, sapeva di essere intercettato, ma proseguiva nelle sue malefatte, parlandone al telefono.
Questo sarebbe quanto emerge dalle carte depositate al tribunale del Riesame di Catanzaro. Ferrero fu arrestato il 6 dicembre con l’accusa di diversi reati fallimentari, legati per prima cosa a Ellemme, Blu Cinematografica, Blue Line e Maestrale. Il 23 dicembre gli sono stai concessi i domiciliari, con i giudici che, sulla base delle intercettazioni, ritengono che possa continuare a intrattenere contatti con i soggetti che gestiscono la società.
Arresto Ferrero, le ombre sul trust Rosan
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Sul principale quotidiano genovese, poi, si legge anche di ombre allungate sul trust Rosan. In particolare, l’accusa insiste sul fatto che l’atto di costituzione del trust sia datato 25 novembre 2020. Ovverosia dopo l’avviso di proroga delle indagini da parte della Procura di Paolo. Questo per il tribunale del Riesame non sarebbe un elemento di poco conto secondo il Secolo.
Così facendo, secondo la considerazione della presidente Arianna Roccia e del giudice estensore Sara Mazzotta, Ferrero avrebbe potuto aggirare i creditori. L’interprete, infatti, potrebbe pensare che il trust sia solo uno strumento per pregiudicare le garanzie dei creditori.