Roberto Mancini è stato al fianco del suo amico fraterno Gianluca Vialli fino alla fine: dalla Sampdoria a Wembley, un legame eterno
Vialli e Mancini, Mancini e Vialli. I gemelli del goal. Un’amicizia, anzi, una fratellanza, nata ai tempi della Sampdoria d’oro dell’epopea di Paolo Mantovani e rimasta indissolubile negli anni. Fino alla fine, fino a quando la luce di Luca si è spenta per quel maledetto tumore che ad appena 58 anni se l’è portato via.
E Mancini era lì. A Londra con lui. Lo aveva raggiunto giorni fa, per stare al fianco dell’amico come, da oltre trent’anni, erano abituati a essere. Come nella notte di Goteborg, nella vittoria con il Lecce e a Wembley. Nel dolore del 1992, prima, nella gioia dell’abbraccio liberatorio dopo la finale dell’Europeo poi.
Sampdoria, Vialli e Mancini insieme fino all’ultimo
Sampdoria, Mancini a Londra da giorni: vicino a Vialli fino alla fine
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Un’amicizia che è durata negli anni e che aveva portato Roberto a volere Luca come capo delegazione della sua Nazionale. Una chiamata istantanea per ricreare, anche in azzurro, quel clima che aveva reso la Sampd’Oro vincente. Missione compiuta. Anche grazia a Vialli, che in quell’estate magica del 2021 è stato il punto di riferimento di calciatori e staff, con la sua forza e con i suoi consigli.
Al fianco di Mancini. Come Mancini al fianco di Vialli fino alla fine. Insieme per sempre.
Alla moglie Cathryn, alle figlie Olivia e Sofia e a tutta la famiglia Vialli le più sentite condoglianze da parte di tutta la redazione di ClubDoria46