Gianluca Caprari è stanco di essere bollato come mezzo giocatore e dopo aver detto ancora addio alla Sampdoria, a Verona sta dimostrando di essere fondamentale…
Il cammino di Gianluca Caprari? La Roma e poi l’Inter (che nel 2016 lo acquista a titolo definitivo) che lo presta al Pescara, con cui nel 2016-17 gioca la prima stagione intera di A (9 goal in 35 gare). L’anno dopo l’Inter lo cede alla Sampdoria. Tre stagioni in blucerchiato, poi Parma e Benevento prima di arrivare a Verona, esplodere e diventare un giocatore…
A Verona è successo per davvero. A dare ragione a Caprari ci sono i numeri di queste prime dodici giornate: 3 goal e 4 assist. Tutti sorpresi, dai tifosi dell’Hellas a quelli della Sampdoria che addirittura lo rimpiangono. Ma non solo.
Non credevo di ingranare così presto, ma quando sono arrivato ero convinto di poter far bene e in più ho trovato un gruppo fantastico, che esalta le mie caratteristiche. Sta andando tutto per il verso giusto. Poi qui al Verona, senza fare paragoni con altre squadre, c’è una mentalità di lavoro importante, diversa…
Non pronuncia mai il nome della Sampdoria ma è come se lo facesse. Come se ogni cosa che dice lo portasse a Genova, alla fiducia che non ha mai avuto, non si è nemmeno mai guadagnato fino in fondo.
Oggi forse sono nel mio momento migliore ed essere arrivato in questa società è perfetto per sfruttarlo. E poi c’è Tudor: mi ha dato due-tre concetti chiave basilari. E in attacco ci lascia liberi di inventare. Questo aiuta…
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Quando è stato preso per sostituire Zaccagni, in molti hanno arricciato il naso. Ma Gianluca Caprari sta facendo ricredere tutti.
Volevo farmi apprezzare per quello che sono, rimpiazzavo un giocatore importante. Devo ringraziare in particolare il direttore D’Amico: è lui che mi ha voluto e ha creduto in me. Il mio obiettivo era quello di dimostrare che so anche essere concreto, non solo bello da vedere come dicono. E per noi attaccanti essere concreti con gol e assist è fondamentale…
E per questo Caprari si è messo sulle spalle la maglia con il numero 10 quasi per un’assunzione di responsabilità che vuole avere a tutti i costi:
L’ho scelta per due motivi. Il primo è che, appunto, sono sempre stato bollato come un “buon giocatore ma…”. Volevo togliermi questa etichetta. E il secondo è che mio figlio Mattia è nato alle 10.10