Maya Yoshida è il dodicesimo difensore nipponico nel nostro campionato, il primo per la Sampdoria di Ranieri. Ha da poco rinnovato il contratto fino al 2022
Un anno di Sampdoria passato, un altro da vivere ancora insieme dopo il rinnovo. A Genova dal gennaio 2020, poco prima della pandemia, il giapponese ha rinnovato da poco il suo accordo per un’altra stagione, fino al 2022. Lui è Maya Yoshida, giorno dopo giorno sempre più autorevole nelle gerarchie della retroguardia blucerchiata.
Lo testimoniano le presenze collezionate fino a qui (32 come i suoi anni) e gli attestati di stima che lo esaltano da più parti: «L’ho scoperto io» dice Alberto Zaccheroni con il quale ha vinto la Coppa d’Asia nel 2011.
Contro il Parma è andato a segno per la prima volta in Serie A, la prima volta nella storia della Sampdoria. Trasferta vittoriosa quella vinta 2-0 dai blucerchiati. È il 12° giocatore del Sol Levante sbarcato nella massima serie.
Originario di Nagasaki, la città colpita dalla seconda bomba atomica, venne selezionato dal Nagoya Grampus tra 70 ragazzini che speravano di diventare calciatori. Il fratello gli prenotò via web quel provino.
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Otto anni al Southampton. Quegli anni l’hanno reso il nipponico con più presenze in Premier League (154). Anni utili ad apprendere un fluente inglese. L’italiano lo sta studiando da quando gioca qui in Italia.
Chissà, magari gli servirà per curare meglio il suo blog personale di massime e pensieri sulla vita e sul tempo, in perfetta sintonia con la filosofia orientale. Maya Yoshida è l’ultimo di tre fratelli e il nome femminile affibbiatogli dalla madre fu perché la stessa pensava di dare alla luce una femmina.
Con 104 presenze è anche il capitano della Nazionale nipponica, con la quale ha anche collezionato 11 reti e vinto un torneo internazionale insieme a Zaccheroni, il suo mentore.
Non per niente il suo approdo in Italia è stato favorito dallo stesso Zac, il quale gli ha consigliato di testare la sua fisicità contro le squadre italiane.
Dall’esperienza inglese se ne è andato con un’amicizia in più. Proprio nel Southampton ha conosciuto Graziano Pellè.