Coronavirus, caos tamponi Lazio: la Lega Calcio studia una centrale unica. L’obiettivo è evitare il ripetersi di casi analoghi al manifestarsi di casi analoghi a quello del club biancoceleste.
Il caos tamponi che investito la Lazio, la Lega Calcio è costretta ad accelerare sull’implementazione del protocollo medico per tutelare la salute dei tesserati e il prosieguo dell’attività agonistica.
La Federazione Medico Sportiva Italiana proporrà di eseguire i tamponi molecolari tramite un “centrale unica“, che è già allo studio della Lega. Ad oggi infatti ogni società si organizza in autonomia, con il laboratorio che preferisce.
La Sampdoria si appoggia al Laboratorio Albaro, al quale storicamente il club blucerchiato si rivolge per le visite mediche degli atleti. Ma per avere la certezza di avere sempre i risultati a disposizione in tempo, la società di Corte Lambruschini ha anche una soluzione di backup con un’altra struttura sanitaria a Torino
“In un mondo professionistico come questo non si può andare avanti con il ‘fai da te’, servono un metodo, un sistema e un protocollo su base scientifica e unitaria”, ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport Maurizio Casasco, il presidente della FMSI. “Prendete la Uefa: sta facendo cose assolutamente normali che noi come FMSI avevamo suggerito da tempo. Ora occorre procedere. Ci deve essere un sistema centrale e uniforme- continua Casasco – con un unico metodo di controlli fatti in un solo laboratorio qualificato per tutti i club di A e con le stesse procedure di analisi. E soprattutto, 24 ore prima della partita e non 48”.
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Il problemi possono insorgere sin dalla fase del prelievo del campione da analizzare. “Il prelievo va fatto correttamente per non rischiare falsi negativi, e col tracciamento della cellularità”, spiega ancora il numero uno dei medici sportivi italiani.
Non solo centrale unica: ecco le altre possibili novità
L’idea è di intervenire anche sull’effettuazione dei tamponi antigenici rapidi. Anche quelli dovranno essere standardizzati ed eseguiti ogni 48 ore direttamente nelle infermerie dei singoli club, sotto la supervisione del medico sociale.
Ma non basta: è fondamentale intervenire subito con l’isolamento fiduciario in unico luogo. “Quando una squadra di Serie A trova un positivo gli altri non devono andare in isolamento singolarmente come per l’attuale protocollo FIGC” continua il Presidente FMSI . “Dovrebbero andare tutti in un’unica struttura concordata, tutti insieme, in un albergo o un centro sportivo, non a casa propria, perché i contatti con la famiglia mettono a rischio tutti”.
Di fatto, secondo Casasco, i giocatori dovrebbero vivere in una “bolla soft”. Gli unici spostamenti consentiti che dovrebbero essere consentiti sono quelli per il campo di allenamento e gli stadi.
Nei prossimi giorni vedremo quali modifiche concrete verranno apportate al protocollo federale anticontagio.