Fabio Borini è tornato a parlare del suo addio alla Sampdoria e del periodo da fuori rosa tra gennaio e aprile di quest’anno
Non è stato un 2025 facile per Fabio Borini. L’attaccante, ora al Salford, a inizio anno era finito fuori rosa alla Sampdoria. Una scelta di Pietro Accardi, allora direttore sportivo, che, in quel periodo, aveva messo alla porta anche Marco Silvestri, Antonio Barreca, Pajtim Kasami e Nicola Ravaglia.
Borin alla Sampdoria ha tenuto davvero. Arrivato nell’estate del 2023 grazie alla volontà di Andrea Pirlo, si è subito calato nella realtà blucerchiata, accettando la sfida, come dichiarato a Gianluca Di Marzio:
L’idea è nata perché la Samp non è un club da Serie B. Io nelle difficoltà mi ci ritrovo, mi piace la sfida e prendere in mano certe situazioni.
Sampdoria, Borini: mi hanno tolto il giocattolo

Fabio Borini – Saluto
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Poi, però, nel secondo anno le cose sono cambiate. Borini ha vissuto male, malissimo un’esclusione ingiustificata. E rimediata solo in aprile, con il reintegro grazie al ritorno di Andrea Mancini e anche a causa dell’infortunio di Gennaro Tutino, che permise il cambio in lista:
Nel secondo anno, però, è cambiato un po’ tutto in negativo per me e per il club. Quello che mi hanno fatto l’ho vissuto male per forza di cose, è come quando a un bambino viene tolto il giocattolo preferito: come può reagire?
Borini era pronto a fare causa alla Sampdoria. Nessuno voleva parlare con lui. Ha dovuto e potuto solo prendere atto della decisione, senza fare nulla:
La società non ne voleva sentire, ho parlato con tutti tranne che con quelli che hanno preso la decisione, dovevo prenderne atto senza poter fare nulla. Ero pronto a fare causa, non c’era nessun motivo per avermi messo fuori rosa e non mi è mai stato spiegato il perché.



