La ricetta di Attilio Lombardo per salvare la Sampdoria: senso di appartenenza e il supporto dei tifosi, per il mercato poi…
Attilio Lombardo è tornato alla Sampdoria dopo la prima esperienza da calciatore e la seconda da vice di Alberico Evani. In questa terza versione è uno dei collaboratori tecnici di Salvatore Foti e Angelo Gregucci, con un contratto, però, fino al 30 giugno 2028. Segno che si tratta di una figura della società, scelta per trasferire ai calciatori il senso di sampdorianità.
Popeye è intervenuto come ospite d’eccezione al salone “Orientamenti 2025”, dove ha parlato della Sampdoria del passato, ma anche di quella del presente. Una Sampdoria che è ultima in classifica e che deve salvarsi. Senza – per ora – pensare troppo al mercato:
Tutti crediamo in quello che facciamo. Se siamo 27 giocatori più tutto lo staff che crediamo che si può raggiungere l’obiettivo allora si può uscire da questa situazione. Non aspettiamo gennaio. Step by step: Juve Stabia, Spezia, ecc. Poi a gennaio ci penseremo.
Sampdoria, Lombardo: dobbiamo lavorare sull’appartenenza
Sampdoria, Attilio Lombardo: ecco come possiamo salvarci! Mercato? Non dobbiamo aspettare gennaio…
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La situazione è critica, ma si può, anzi, si DEVE uscire. Tutti insieme. Per la Sampdoria, cercando di far capire ai calciatori che i tifosi possono dare una marcia in più alla squadra, come riportato dal Secolo XIX:
Mi giro indietro e vedo solo la Samp: d’altronde siamo ultimi. Sappiamo che stiamo passando un momento difficile, ma i giocatori devono capire che fanno parte di un club che anche se in Serie Bkt porta alla stadio oltre 20 mila persone. Dobbiamo spiegare loro che i tifosi non mettono paura, anzi devono regalarti un’adrenalina positiva per arrivare al risultato.
La parola chiave è “appartenenza”. Bisognerà lavorare su quello, perché la Sampdoria non è certamente una squadra come le altre. Al contempo, però, bisogna non fare pesare lo status della formazione blucerchiata sui calciatori:
Sarà importante lavorare proprio sul senso d’appartenenza, perché non sei in una squadra qualunque ma in una società che ha fatto la storia del calcio italiano. Però dovremo essere bravi a non fargliela pesare. Dobbiamo far capire l’importanza del lavoro quotidiano per migliorare i difetti e far sì che la classifica migliori.



