Matteo Monforte festeggia la prima vittoria della Sampdoria in campionato. Una vittoria di una squadra che secondo lui non vuole più Massimo Donati in panchina…
È tempo di “Peccati di gol”. Me la godo al bar “pucciando” la focaccia in un caffè nero, con tanta schiuma. Devo ammettere che Matteo Monforte mi piace sempre quando scrive di Sampdoria. Anche quando non sono d’accordo con lui. Non lo ero l’ultima volta, non pienamente nemmeno questa volta. Ma fa parte del gioco del calcio.
“A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, scrive su Il Secolo XIX.
Vista così, a me viene da pensare non male, malissimo. Del tipo: belin, i ragazzi della tifoseria organizzata vanno un attimino a Bogliasco a toccare il tempo ai giocatori con cori e striscioni e questi – ma amia un po’ ti – il giorno dopo non solo vincono, ma vincono rimontando uno 0-1, facendo ben 4 pere (quattro! Poker!) e giocando come degli indemoniati. Una roba mai vista, gente. Sembravamo una squadra vera…
Si è vero sembravamo una squadra vera. Ma non bisogna sempre guardare il risultato. Perché anche a Monza, nonostante la sconfitta, la Sampdoria ha fatto la sua partita. Partita fatta anche con Bari e Catanzaro. Certo creando meno, subendo qualcosa. Ma la crescita di squadra c’è, è costante. E ora speriamo di andare avanti così. Perché come titola la sua rubrica settimanale ce lo meritiamo noi, se lo meritano loro dopo stagioni di delusioni anche personali, professionali.
Su una cosa sono d’accordissimo. E qui smarco ancora le colpe di ogni allenatore che è passato da Genova, da Bogliasco.
Forse che forse, allora, se lo volessero sul serio, potrebbero tranquillamente fare un campionato non dico da playoff, ma quanto meno da salvezza sicura? Vuoi vedere che, magari, ho sempre avuto ragione io e un bel 70% della colpa è loro – dei giocatori, intendo – che sono venuti qui a svernare e a rubare lo stipendio perché, tanto, non ci sono obiettivi né capi e chi glielo fa fare di sbattersi?
Sampdoria, Matteo Monforte: nessuno è andato ad abbracciare Donati
Sampdoria, Matteo Monforte: la squadra non vuole più Massimo Donati…
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Ma Matteo doveva scivolare. Sorrido. ci mancherebbe. Forse sono le compagnie televisive che frequenta che lo condizionano in negativo. Dico questo perché dire che la squadra ha giocato contro Massimo Donati mi sembra sbagliato. Ma la libertà di pensiero è sempre stato il principio fondamentale di Club Doria 46. E così sarà sempre:
Avete notato che su quattro gol segnati, nessuno dei giocatori è corso da Donati? È ovvio che la squadra sia contro di lui, è ovvio che non lo vogliano tra i piedi. È così, lo so per certo. Probabilmente anche per questo, prima di domenica scorsa, giocavano come undici amebe del reparto geriatria…
Pensiero discutibile. Se così fosse la Sampdoria, intesa come squadra, non avrebbe giocato fin dal primo minuto di questa stagione con una testa diversa, con un atteggiamento diverso. Donati, caro Matteo, ha in mano la squadra. I giocatori di lui parlano benissimo anche al di fuori. Forse non piace perché è stato scelto da Nathan Walker. Ma a noi questo non deve interessare. Per niente. E quindi:
Portateci fuori da quest’inferno, qualunque allenatore ci sia, perché siete voi che, in campo, indossate la maglia più bella del mondo. Siete voi gli 11 leoni. E siamo noi che vogliamo portarvi in trionfo. Forza ragazzi! Forza Doria!