Tra Jesper Fredberg e Andrea Mancini, tra Matteo Manfredi e Joseph Tey: l’analisi della Gazzetta sulla situazione societaria alla Sampdoria
La Sampdoria ha iniziato la stagione come peggio non si poteva pensare. Tre sconfitte in tre partite di Serie Bkt a cui va aggiunta l’eliminazione in Coppa Italia contro lo Spezia. I blucerchiati hanno sì giocato bene, perdendo solo ai rigori, ma, comunque hanno fallito l’accesso al turno successivo.
I tre k.o. consecutivi hanno acceso più di un campanello d’allarme sui problemi interni. La Gazzetta dello Sport ha voluto porre l’accento sul mercato, sulle colpe di Massimo Donati e, soprattutto, su quelle della dirigenza. Chi comanda? Chi è il primus inter pares in società?
Fredberg-Mancini, Tey-Manfredi: il punto
Gazzetta dello Sport: Fredberg-Mancini, Manfredi-Tey, chi comanda in casa Sampdoria?
LEGGI ANCHE Gazzetta dello Sport, incubo Sampdoria. Dal mercato a Massimo Donati: tutti gli errori
Il primo problema sollevato è quello relativo alla convivenza tra Jesper Fredberg, Ceo Area Sport, e Andrea Mancini, direttore sportivo. I due – si legge – non sembrano parlare la stessa lingua, anche a livello calcistico:
Il problema è che semmai non è usuale avere due uomini che guidano l’area del mercato e parlano due lingue diverse, anche a livello di approccio alle scelte, con uno dei due (Fredberg) comunque al di sopra del secondo (Mancini).
E poi c’è la situazione societaria. Matteo Manfredi è ai margini, con Joseph Tey che, però, ha deciso di tenere in piedi la Sampdoria, ma con giudizio. E riducendo i costi, come si è visto anche nell’ultima sessione di mercato:
Per non parlare del vertice della piramide: il presidente Manfredi, che miete successi in serie sul piano finanziario, è ora di fatto ai margini della gestione calcistica del club, dove l’azionista di riferimento, l’asiatico Tey, ha messo un suo uomo a dirigere il traffico in società, dopo avere messo un po’ d’ordine in sede. Però la decisione dello stesso Tey, di tenere a galla la Samp sborsando altri quattrini, ma con giudizio (prima regola: ridurre il monte ingaggi), ha avuto la sua importanza nel creare questa situazione. Rinforzarsi, ma con giudizio, nel nome di un rigido salary cap