In casa Sampdoria è giallo sul futuro di Evani, interviene Roberto Mancini che dice di non sapere nulla, ma la decisione spetta a Manfredi e a suo figlio Andrea
La Sampdoria è alle prese con la decisione su chi sarà l’allenatore della prossima stagione e, nella mattinata di sabato 28 giugno, è scoppiato il caso Alberico Evani, dopo l’intervista che il tecnico artefice della salvezza in Serie Bkt ha concesso alla Gazzetta dello Sport. Un’intervista non concordata dal club in cui Chicco si dice volenteroso di continuare a Genova la sua avventura in panchina, ma fa capire di aver inteso che l’intenzione non è reciproca.
La Sampdoria, secondo Evani, non lo vuole più come allenatore. E lo ha detto senza filtri. Fatto che ha creato un giallo in casa blucerchiata, cogliendo di sorpresa la società, che in realtà continuava a prenderlo in considerazione. Sulla questione ha parlato brevemente anche Roberto Mancini, uno dei principali artefici del ritorno di Chicco a Genova. Intervistato da Sky Sport, il Mancio ha detto di non sapere nulla, ma lascia che il presidente Matteo Manfredi e il direttore sportivo, suo figlio Andrea, prendano la loro decisione:
Evani e Lombardo hanno fatto molto bene specialmente nell’ultimo mese quando hanno potuto stare con il gruppo. Futuro di Chicco? Non so niente, c’è un presidente e un direttore sportivo che prenderanno le decisioni
Sampdoria, Mancini: “Futuro Evani? Non so nulla, decideranno presidente e direttore sportivo”
Sampdoria, Roberto Mancini: futuro Evani? Manfredi e Andrea devono ancora decidere…
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Da queste parole, col verbo coniugato al futuro, sembra di capire che una decisione ancora non sia stata presa. Che Manfredi e Andrea Mancini ancora stanno riflettendo sul da farsi. Anche se l’intervista di Evani potrebbe aver cambiato le carte in tavola. Ma Mancio senior lascia intuire che ancora potrebbe non esserci un verdetto da parte della dirigenza. Il che potrebbe non essere un segnale così positivo, visto che comunque si è arrivati al 28 giugno, con la prossima stagione alle porte. Anche se le giustificazioni ci sono, come quella di non aver saputo, fino al 22 giugno, se programmare una stagione in Serie B o una in C.