L’ex giornalista Emanuele Dotto ha parlato della sclerosi multipla, malattia che lo ha colpito nel 2019. Ecco le sue parole in tal senso…
L’ex telecronista Emanuele Dotto ha rilasciato una lunga intervista a proposito della malattia che gli è stata diagnosticata nel 2019. La sclerosi multipla progressiva lo ha colpito un mese dopo essere andato in pensione, voce storica della Rai e soprattutto di Tutto il calcio minuto per minuto.
Un racconto di vita vissuta e professionale, dal quotidiano agli aneddoti in Rai. Episodi divertenti, tristi che fanno parte del bagaglio personale di Emanuele Dotto. Ecco le sue parole in una lunga intervista rilasciata a La Repubblica partendo da quando gli è stata diagnosticata la malattia, fino ai giorni nostri:
Un mese dopo essere andato in pensione mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla progressiva. Avevo 67 anni e 6 mesi, ora ne ho appena compiuti 73 e ogni giorno è un giorno guadagnato. Sono stato sette volte in Australia e altrettante in Cina, ma adesso il mondo lo vedo come il giardino della scuola elementare di Genova Quinto, dove trascorro il tempo in carrozzina ascoltando musica, leggendo e sopravvivendo. Ho avuto molto, e molto mi è stato tolto, però nel cambio ci guadagno. E ora trovo bella anche Alessandria
Ecco alcuni aneddoti sulla sua carriera
Emanuele Dotto, voce di Tutto il calcio minuto per minuto: ho la sclerosi multipla
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Bisogna scherzarci un poco. Peggioro lentamente, ma senza prospettiva, e non ce la farei senza mia moglie Marina e mia figlia Emanuela. Il corpo sta andando dove vuole, la mente e la memoria per fortuna no
L’arrivo a Tutto il calcio minuto per minuto, i suoi maestri sul campo:
A Tutto il calcio minuto per minuto c’erano maestri veri. Roberto Bortoluzzi: capace, colto e gentile. Massimo De Luca, un signore. Enrico Ameri, con quell’incredibile rapidità di parola e duttilità nel racconto. Sandro Ciotti, che commentando un clamoroso errore commesso in un Lazio-Milan disse: “Ha arbitrato il signor Lo Bello di Siracusa davanti a 80 mila testimoni”. Fuoriclasse. Oggi urlano tutti troppo, in radio e in tivù. Perché il campionato era la messa cantata della domenica, con tutte le partite in contemporanea: prima si andava in chiesa, poi il pacchetto dei pasticcini, infine il pomeriggio allo stadio o alla radio
L’esordio in telecronaca e l’aiuto di Beppe Marotta:
Varese-Lazio 1-1, gennaio ’82: una nebbia spaventosa impedì di vedere i goal. Domandai la cortesia al dirigente del Varese, di nome Beppe Marotta, di scendere negli spogliatoi e informarsi sui marcatori. Così cominciò la nostra grande amicizia: sono il padrino dei suoi figli
Invece ecco alcuni episodi tristi che ricorda nel corso della sua lunga carriera:
Mi toccò annunciare, per primo, che a Marassi era morto un tifoso del Genoa, Vincenzo Claudio Spagnolo detto Spagna, accoltellato da un ultras del Milan: era il 29 gennaio 1995. Oppure, dopo un Atalanta-Avellino, primo tempo 3-0, risultato finale 3-3, alcuni esagitati bergamaschi misero a ruote all’aria l’auto della Rai. La Rai: ci sono rimasto dal 1980 al 2019
Eccone invece uno divertente che vede come protagonista Gian Piero Galeazzi in Brasile:
A Maceió, in Brasile, dove eravamo per il tennis, la nostra Dune Buggy diede il giro: bisteccone Galeazzi fece da airbag umano, lui, il sottoscritto e il collega Marco Fiocchetti la scampammo bella
Come riassumerebbe la sua vita:
Ho visto, ho guardato, ho raccontato, mi sono divertito