Francesco Invernizzi celebra la salvezza ai playout della Sampdoria e di suo papà Gianni, sampdoriano che ha dato tutto per l’impresa
La Sampdoria si è salvata. Lo ha fatto a Salerno, in un playout terminato in modo surreale, così come surreale è stato il mese che l’ha portata a giocarlo. I blucerchiati hanno centrato una permanenza in Serie Bkt che era la missione per cui sono tornati i suoi campioni del passato, Alberico Evani e Attilio Lombardo. Sono loro che hanno festeggiato coi tifosi sotto il settore ospiti dell’Arechi. Ma non erano soli.
Insieme ad allenatore e vice allenatore, c’era anche un uomo che ha fatto lo stesso la storia della Sampdoria, che c’era prima di loro ed è rimasto, seppure con un ruolo ridimensionato. Che forse è passato più in sordina, ma che ha sofferto da vero sampdoriano per la retrocessione di Castellammare e, a Salerno, era meritatamente a festeggiare con gli altri. Si tratta di Giovanni Invernizzi, ora coordinatore dell’area tecnica e club manager, anche lui artefice della salvezza conquistata.
A celebrarlo, più di tutti, è stato il figlio, Francesco, attuale direttore sportivo del Sestri Levante, che su Instagram ha dedicato un post al papà. Autore di un’altra grande impresa, sofferta e cercata, che rende ancora più orgoglioso il suo ragazzo.
Sampdoria, Francesco Invernizzi e la dedica a papà Gianni dopo la salvezza: “Ti meriti tutto questo, sono fiero di te. Per sempre il mio eroe”
SOCIAL – Sampdoria, tutto l’orgoglio di Francesco Invernizzi per l’impresa di papà Gianni. Il post
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Pubblicando lo scatto che ritrae Gianni insieme a Lombardo ed Evani, Francesco Invernizzi ha aggiunto una lunga didascalia. Una dedica a suo padre, che si merita questa gioia esplosa a Salerno, dopo tanto dolore nel vivere ogni giorno il dramma di questa stagione doriana. Una dedica all’uomo che, ancora una volta. ha fatto capire al figlio perché sarà per sempre il suo eroe:
Credetemi, non è un post da tifoso, non ne ho mai fatti. È un post da figlio, da figlio che ha sempre avuto come idolo ed esempio suo papà, da figlio che sa più di tutti quello che hai passato . Che sa l’amore che provi per questi colori, per questa maglia, per questa gente. Che sa benissimo le gioie che hai provato con questa società ma che sa anche, ahimè fin troppo bene, il dolore e le ingiustizie che in più momenti hai subito. Ma tu sei sempre andato avanti, a testa alta con tutti. Ti sei sempre reso disponibile, hai sempre messo le tue capacità , la tua competenza e soprattutto la tua umanità, a disposizione di tutti. A 6 giornate dalla fine il compito più difficile che ti sia mai stato affidato, insieme a chi tempo fa aveva lottato sudato e VINTO con questa maglia. Sembra si possa fare, poi sprofondiamo nella disperazione dopo Castellammare e di nuovo solo io e la nostra famiglia sappiamo come sei stato, quanto ti sentivi affranto per non essere riuscito a salvare la vostra Samp.
A Castellammare è stato il tempo delle lacrime, con quelle di Lombardo e di tutti coloro che ci tenevano alla Sampdoria. A Salerno, dopo un mese di tenace lavoro e di voglia di rivalsa, è tornato il sorriso anche sulle labbra di un figlio orgoglioso di suo papà e della sua sampdorianità:
Poi la seconda occasione quando tutto sembrava perso, la preparazione di quasi un mese a questa doppia sfida, la vittoria dell’andata e poi il ritiro subito dopo per preparare l’ultima battaglia. E alla fine eccoti qua, a cantare urlare gioire piangere insieme alla tua gente, la stessa gente con cui 30 anni fa avete vinto tutto. La chiusura di un cerchio, il traguardo finalmente superato …. Papà non ho mai avuto la fortuna di vederti giocare dal vivo, e ho sempre patito questa cosa. Ma per me oggi è stato come vederti giocare lottare picchiare tutti in mezzo al campo come facevi 30 anni fa. Te lo meriti, ve lo meritate, se lo merita la nostra splendida gente, ti voglio bene, sono fiero di te ancora una volta e sono sicuro che non sarà l’ultima. Per sempre il mio eroe