La cessione del Genoa non è ancora un capitolo chiuso: A-Cap contro Dan Sucu, il giudice deciderà il prossimo 20 maggio
Il contenzioso sulla cessione del Genoa non è ancora terminato. Anzi. Per il controllo del club rossoblù, come scrive Il Fatto Quotidiano, è in corso una feroce guerra intestina tra “proprietari veri e presunti, azionisti vecchi e nuovi, debitori e creditorio per milioni di dollari”.
Il 18 dicembre 2024 Dan Sucu, è diventato il nuovo azionista di maggioranza del Genoa, coprendo l’aumento di capitale da 40 milioni deciso dal consiglio d’amministrazione e confermato dall’Assemblea dei soci. Passaggi che, però, potrebbero essere cancellati dal giudice civile nel processo fissato il 20 maggio.
A-Cap sostiene di:
Avere il diritto di esercitare tutte le “prerogative di controll o” sul Genoa, in nome di un credito da quasi 2 miliardi nei confronti di 777 Partner, il fondo Usa che, nel settembre del 2021, aveva rilevato la società da Enrico Preziosi
A-Cap, infatti, diventato proprietario del Genoa dopo i problemi economici di 777 Partners, ha deciso di fare causa, accusando l’amministratore delegato Andres Blazquez di aver “consentito la sottrazione della società al controllo originario”:
Secondo l’atto di citazione dell’avvocato Valerio Pescatore, l’Ad avrebbe perseguito obiettivi “obliqui”: una società riconducibile al manager spagnolo, infatti, aveva siglato un accordo di consulenza per aiutare Acap a cedere il Genoa in cambio di 66 mila euro al mese. Invece di collaborare alla ricerca di un acquirente per il club, dunque, l’Ad avrebbe favorito l’arrivo di Sucu. “Quello era un saldo di debiti pregressi, io non ho avuto alcun accordo di consulenza con Acap”, dice Blazquez al Fatto , garantendo di aver sempre rispettato le norme, insieme a tutti gli altri componenti del cda.
Cessione Genoa, A-Cap contro Dan Sucu e Blazquez
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Il Cda del Genoa aveva approvato l’aumento di capitale in un clima tutt’altro che semplice. A-Cap ha preso il controllo delle società di 777 Partners, mentre viene accusata di essere complice della truffa milionaria di 777 ai danni di Leadenhall.
Il 19 novembre 2024 l’Agenzia delle Entrate incontra il dg Ricciardella e Andres Blazquez, suggerendo di varare un aumento di capitale per mettere in sicurezza il club:
La società rifiuta: non vuole coprire l’aumento di capitale perché intende vendere il Genoa prima possibile, ma è disposta a garantire gli impegni. L’Ad fa mettere a verbale di essere “s er ia me nt e “preocc upato” per la capacità finanziaria di Acap, che poco dopo subisce un pesante provvedimento negli Usa: lo Stato dello Utah vieta a tre compagnie assicurative del gruppo di stipulare nuove polizze perché si trovano in una condizione economica “pericolosa”. È in questo clima che il cda del Genoa approva l’aumento di capitale. All’assemblea dei soci del 14 dicembre, però, si scopre che è stato escluso il diritto di opzione: si tratta di una clausola che prevede di cancellare il diritto degli attuali soci a essere preferiti nella sottoscrizione delle nuove azioni. Secondo le norme, il diritto di opzione può essere escluso “quando l’interesse della società lo esige”.
Il perché di tutto questo è presto svelato:
Le carte sarebbero state svelate poco dopo: a beneficiare dell’operazione è stato Sucu, numero uno della Confindustria rumena. Titolare di un patrimonio da circa 300 milioni, ha coperto l’aumento di capitale da 40 ed è diventato azionista di maggioranza senza dare un euro ad Acap.