Gli allenatori di Serie A stanno sperimentando i cinque cambi: c’è ancora qualche remora nell’effettuarli tutti, ma la tendenza è in aumento
La Serie A è ripartita con la grande novità dei cinque cambi. Un’idea per far rifiatare maggiormente i giocatori in vista di un calendario fittissimo, con partite ogni tre giorni. Dopo che quasi tutte – tranne Lazio e Roma – hanno giocato almeno una giornata, è emerso che gli allenatori devono ancora abituarsi a questa novità.
Perché se è vero che già 12 squadre hanno sperimentato i cinque cambi, è anche vero che su 93 sostituzioni, ben 33 sono avvenute dal 76′ al 90′. Spesso a gara compromessa. Atalanta, Sampdoria, Milan, Fiorentina e Bologna hanno sfruttato i cinque cambi, ma in più occasioni effettuando gli ultimi a partita finita. L’Atalanta ne ha cambiati due all’88’, la Sampdoria all’82‘, ma avrebbe potuto farli prima dato il risultato in bilico. Milan e Fiorentina hanno finito i cambi, rispettivamente all’86’ e sul 4-1, e al 92′. A tempo scaduto.
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La squadra più rapida a fare i cambi è stata il Sassuolo, che ha esaurito le sostituzioni al 77′. All’opposto Torino e Udinese, che hanno cambiato appena due giocatori. Ciò che emerge, però, è anche una tendenza ad aumentare i cambi nella seconda partita, come fatto da Cagliari a Verona, passati da tre a quattro.
Più si andrà avanti più è possibile che gli allenatori svolgano prima le sostituzioni per preservare al meglio i calciatori. In fondo il calcio è appena ripreso e il turnover massiccio potrebbe vedersi tra poche giornate.