Andrea Mancini, andato al Barcellona dopo un anno di Sampdoria, ha racconato il suo addio ai blucerchiati maturato a giugno
Dopo un solo anno da direttore sportivo della Sampdoria, Andrea Mancini è passato al Barcellona. Alla scadenza del suo contratto, Mancio Jr. non ha rinnovato, andando così in Spagna. Le cose, rispetto a un anno fa, sono cambiate con l’arrivo di Pietro Accardi e, a Tuttosport, l’ex blucerchiato ha voluto raccontare come sono andate le cose.
Innanzitutto il ringraziamento per chi gli ha consentito di lavorare in blucerchiato:
Anzi tutto ringrazio chi mi ha dato l’opportunità di andare alla Sampdoria. Senza l’esperienza alla Samp probabilmente non sarei andato al Barcellona. Un’opportunità che è merito anche di chi ha lavorato con me l’anno scorso e di chi mi ha portato a Genova la scorsa estate.
La Sampdoria era il suo Real Madrid, il suo Barcellona. C’è molta malinconia nelle parole di Mancini, che ha nel cuore i colori blucerchiati:
Ancora non mi rendo conto di essere al Barcellona. A volte mi viene la malinconia di non essere più alla Sampdoria. La Sampdoria era il mio Barcellona, era il mio Real Madrid.
Sampdoria, Andrea Mancini: stima per Pietro Accardi
Sampdoria, Mancini: il mio addio? Le cose erano cambiate…
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La Sampdoria è stata una seconda pelle a cui ha dovuto dire addio. Il legame con i tifosi, con Andrea Pirlo e i giocatori è rimasto, ma Mancinni ha scelto di prendere un’altra strada. Di accettare la corte del Barcellona.
Cos’è cambiato si sa, ma l’ex dirigente blucerchiato lo spiega, rivelando, tuttavia, di non avere avtuo problemi con Pietro Accardi:
Chi fa questo lavoro sa che in un percorso possono succedere queste cose. Ognuno fa le sue scelte. Se la situazione fosse stata quella dell’anno scorso non mi sarei guardato intorno. Rispetto la scelta del presidente Manfredi che ha voluto prendere Accardi. Ho rispetto e stima per Pietro.
Non ha voluto restare come collaboratore. Ringrazia Manfredi per l’opportunità, con un po’ di rammarico per come sono state gestite le cose:
Ma non penso che sarebbe stata la scelta giusta quella di restare come collaboratore. Anche perché un dirigente si porta i suoi uomini. Ribadisco, rispetto e stimo Pietro. Ringrazio Manfredi per l’opportunità che mi ha dato. Diciamo solo che le cose potevano essere gestite in modo diverso.



