Continuano gli approfondimenti di ClubDoria46 sul bilancio blucerchiato, appena approvato dal CdA con passivo di 13 milioni di euro. Ancora una volta, dopo la vicenda Obiang, la società scegli la strada del “patteggiamento”, aderendo alla c.d. pace fiscale.
Massimo Ferrero abbiamo imparato a conoscerlo. Tira dritto per la sua strada e da’ spazio solo a pochi consiglieri fidati. Anche e soprattutto in ambito legale.
I contenziosi fiscali è meglio chiuderli subito e pagare. Anche se potresti aver ragione… Questo è probabilmente il consiglio dato al Presidente blucerchiato in merito ad avvisi di accertamento emessi dall’Agenzia dell’Entrate. Alla Sampdoria veniva contestato il parziale pagamento delle imposte (IRES, IRAP, IVA e ritenute IRPEF), relativamente al periodo 2012-2015. Le verifiche condotte dalla Guardia di Finanza risalgono ad ottobre 2016 e maggio 2017.
La Sampdoria non ci sta e presenta diversi ricorsi contro le cartelle di pagamento, alcuni dei quali vengono anche accolti in primo grado. Nonostante questo, a maggio 2019 la società decide di aderire alla c.d. “pace fiscale“, introdotta dal precedente governo Conte. Dunque tutti i contenziosi pendenti presso l’Agenzia delle Entrate di Genova vengono chiusi, previo pagamento di un importo complessivo di circa 853.000 mila euro, da pagare in rate trimestrali.
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Le conseguenze sul bilancio
Nella “Relazione sulla gestione” gli amministratori blucerchiati precisano di aver scelto di pagare nonostante il “pieno convincimento della regolarità del proprio operato e della conseguente fondatezza delle ragioni di merito addotte in sede contenziosa in riferimento ad alcune delle presunte violazioni contestate“.
Di conseguenza la cifra di 742.000 euro, accantonata nel precedente bilancio, è svincolata dal “Fondo per rischi e oneri”. L’importo di 458.000 euro, da corrispondersi in 17 rate trimestrali residue, quale debito derivante dall’adesione alla c.d. “pace fiscale”, viene invece aggiunto alla voce “Debiti tributari“. La Sampdoria aveva già comunque versato una parte delle somme all’Agenzia già in pendenza di giudizio a titolo di riscossione provvisoria.
La sensazione è che si sia scelto il male minore , ossia pagare, rinunciando a far valere pienamente le proprie ragioni. L’immagine della società ne sarebbe uscita sicuramente meglio, perchè di fatto con la soluzione intrapresa, la correttezza dell’operato della Sampdoria non può essere accertata.
