La Sampdoria consegnata nelle mani di Andrea Pirlo è una squadra che deve lottare per la Serie A. E lui sa che non può sbagliare…
Si può chiedere qualcosa di più a Matteo Manfredi? Oggi no. E a Pietro Accardi? Qualche ritocco. Ma il grosso l’ha fatto. L’ha fatto sorprendendo tutti, non solo noi. Ora, a cominciare dalla sfida ai trentaduesimi di Coppa Italia contro il Como, tocca solo ad Andrea Pirlo, ai suoi giocatori dimostrare il meglio (del meglio).
Andrea lo sa. Sa che non può sbagliare o fallire se preferite. E lo dice chiaramente, anche perché con Sekulov, gli acquisti diventeranno complessivamente 13.
Complimenti al presidente e al direttore per i tanti giocatori presi in poco tempo. Ora il “problema” diventa il mio ma non deve esserlo. Anzi, è molto piacevole avere giocatori di questo livello. Ci siamo rinforzati come struttura fisica, ci sono più chili, esperienza, gli errori fatti inizialmente l’anno scorso non devono ripetersi. I nuovi si sono ambientati benissimo, hanno trovato un gruppo straordinario. Tanti hanno già vinto in B? Sono stati scelti pure per questo, abbiamo esperti che sanno come si vince in B e giovani: mix giusto per un gran campionato
Parole che fanno capire la forza di una squadra che l’anno scorso c’era ma non così. Non così completa, costruita con bravura e tempismo. Ma la colpa sarebbe sbagliata darla oggi a Radrizzani, Legrottaglie e Mancini. Sbagliato e inutile. Si è pagati un anno complessivo di inesperienza che oggi però non è più ammissibile…
Sampdoria, Andrea Pirlo non si nasconde. Non può più farlo…
Sampdoria, Andrea Pirlo sa che non può sbagliare: ora tocca a me. Le parole
LEGGI ANCHE Probabile formazione Sampdoria-Como, Secolo XIX: tutte le scelte di Pirlo
Le critiche nei confronti del mister ci sono state. E ci sono ancora. Tanti sono convinti che non sia lui l’allenatore giusto per la risalita. Andrea Pirlo però vuole smentire tutti. Vuole provarci. Vuole dimostrare che anche per lui è stato una stagione di apprendistato. Quelle che si fanno per capire dove ci si trova. E così è stato per tutti, dirigenza compresa.
Ma come detto il tempo delle mele è finito…
