Dario Hubner ha raccontato gli esordi di Andrea Pirlo e ha espresso fiducia per il suo lavoro alla Sampdoria, in crescita in questa Serie B
Dario Hubner e Andrea Pirlo sono stati compagni al Brescia nella stagione 1997/98, prima che l’attuale tecnico della Sampdoria venisse acquistato dall’Inter, e nel 2000/01. Tatanka ha raccontato com’era Pirlo da giovane promessa, ma, al Secolo XIX, ha espresso anche la fiducia sul suo operato e sulle possibilità di promozione dei blucerchiati.
L’intervista non è casuale e arriva a cinque giorni dalla partita con il Brescia, dove Pirlo, anche se da squalificato, sfiderà il suo passato. Hubner ha fiducia nel suo lavoro, anche perché la Serie B è un campionato molto lungo e la Sampdoria si sta tirando su dopo un periodo iniziale molto difficile:
Il calcio lo conosce, ha vinto tutto, può fare bene. Non sempre i grandi giocatori diventano allenatori top ma come ha detto Ancelotti meglio un allenatore scarso con giocatori forti che viceversa. Insomma, vincono i giocatori ma la Samp la seguo, nelle ultime gare si è tirata su bene dopo un periodo duro. La B è lunga. Servono pazienza, costanza, e se resti agganciato ai playoff poi te la giochi.
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Hubner ha vissuto prima il Pirlo sedicenne, poi il Pirlo 21enne, che arrivava dalle esperienze a Inter e Reggina:
Nel 1997/98, il mio primo anno in A, aveva solo 16 anni, era già un ottimo trequartista con gran voglia di migliorarsi. Poi è tornato a gennaio 2000, dopo Inter e Reggina. Andrea aveva visione di gioco allucinante e piedi eccezionali, ti trovava con lanci di 40 metri, con la facilità di un passaggio di 2 metri.
E poi gli aneddoti. Le tre teste pensanti, Andrea Pirlo, Roberto Baggio e Carlo Mazzone che portarono in alto il Brescia. Con Hubner che, racconta, aveva preso Andrea sotto la sua ala, arrivando anche a sgridarlo in alcune partitelle:
Pirlo, Baggio e Carletto parlavano tanto, erano il trio di teste pensanti. Era un giovane vecchio stampo, di quelli che quando parlavano gli anziani stavano zitti. Quando è tornato a 21 anni era più maturo ma accettava i consigli, non si è mai permesso di rispondere. Mi è capitato di sgridarlo per spronarlo.