La sconfitta della Sampdoria con il Cagliari rigetta nella tempesta i blucerchiati. Un presente difficile mentre “il futuro è un’ipotesi, forse l’ultimo alibi”
Chi di noi frequenta più o meno stabilmente il mondo delle serie televisive, oggi universalizzato dai portali dedicati, sa che ne esistono fondamentalmente due categorie: quelle che raccontano una storia e quelle che inanellano episodi pressoché indipendenti.
Funziona così anche nel calcio. Ci sono partite che seguono una loro logica e altre che rimangono ostaggio di momenti. Come quando ti si guasta inopinatamente il motore della macchina, che si ferma. Si è rotta una cinghia, finisce lì e così.
Certo, si può rimediare. Certo, si possono trovare contromosse. Ma passeremmo la vita a cercare di raddrizzare banane che, vuol così la natura, nascono storte.
Non si vuole giustificare un secondo tempo di profilo talmente basso da guardare i fiori dalla parte delle radici, ma è certo che Sampdoria–Cagliari ruota intorno a quel paio di minuti che vanno dal quarto al settimo della ripresa.
I blucerchiati stanno controllando agevolmente una partita condotta con giudizio, in cui l’unica pecca è non aver castigato di più un avversario senza idee, con poca grinta ed in chiara difficoltà psicologica.
Ma si rompe la cinghia, a forma di Yoshida. Un motore già composto da ricambi viene rabberciato alla meglio, ma prima di capirci qualcosa – io vado qua, tu stai là – arriva un pallone a caso ad un giocatore a caso, che infatti tira a caso su un portiere che respinge a caso, su un piede a caso che tira nuovamente a caso.
Sampdoria, il futuro? Giuseppe Viscardi canta Ruggeri…
Sampdoria, il futuro è un’ipotesi, forse l’ultimo alibi
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Se ad un tifoso del Cagliari avessero detto che avrebbe segnato Deiola si sarebbe fatto una risata.
Ci sarebbe stato tutto il tempo, ma la macchina, ormai, non funzionava più. Anzi, il guasto si è persino aggravato.
Certo, le sostituzioni. Certo, il centrocampo. E anche l’allenatore. Nel rugby, dove la palla è ovale e, quindi, pazza, dicono che rimbalza sempre dalla parte del più bravo. Nel calcio la palla è rotonda, e va diversamente.
Altri hanno raccolto punti facendo meno di quanto spesso ha fatto la Sampdoria senza portarne a casa. Una casa dalle porte spalancate e con i barbari a fare razzia, in campo e sugli spalti.
Quest’anno va così. E, come cantava Enrico Ruggeri, il futuro è un’ipotesi, forse l’ultimo alibi.



