Sampdoria e Spezia sono alle prese con due progetti opposti: i blucerchiati hanno puntato su giocatori di esperienza, gli aquilotti su giovani da lanciare
Sampdoria–Spezia sarà anche una sfida generazionale. Venerdì 22 ottobre al Ferraris si affronteranno infatti una delle squadre più vecchie del campionato – quella blucerchiata – contro la più giovane. L’età media riflette anche le differenze tra i due progetti: verso il futuro quello dello Spezia, basato su giocatori già pronti quello della Sampdoria.
Nella formazione titolare di Roberto D’Aversa compariranno diversi ultratrentenni: Yoshida (33), Ekdal e Adrien Silva (32), Candreva (34) e almeno uno tra Caputo (34) e Fabio Quagliarella (38). A cui, poi, si aggiungono Bereszynski (29) e, forse, Gabbiadini (29). Una differenza netta rispetto ai giocatori a disposizione di Thiago Motta, che, contro la Salernitana, ha schierato la formazione più giovane del torneo: 23 anni e 201 giorni l’età media degli aquilotti.
Le differenze tra Sampdoria e Spezia
Sampdoria-Spezia, derby generazionale: le differenze tra i due progetti
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Differenze di progetto, dunque. In assenza di risorse da investire, la Sampdoria si è affidata a giocatori esperti e, soprattutto, a basso costo. Come i vari Yoshida, Candreva, Adrien Silva, Caputo, arrivati senza grandi esborsi economici. Considerando le ultime tre sessioni di mercato l’unico acquisto importante è stato Ernesto Torregrossa, al momento un grande flop.
La Sampdoria, dal gennaio 2020, ha puntato solo su Damsgaard e Askildsen come giovani rivendibili: il danese, nonostante un avvio difficile, è una certezza, mentre il norvegese non è ancora riuscito a imporsi e anche a Cagliari ha faticato molto.
Lo Spezia ha scelto di puntare sui giovani spendendo, tra cartellini, ingaggi e commissioni, oltre venti milioni. Tra i vari Kovalenko, Antiste, Salcedo, Maggiore, Ferrer, Thiago Motta ha diversi giocatori abili che possono crescere. D’Aversa, però, può e deve affidarsi alla vecchia guardia per tornare alla vittoria dopo un mese.