In casa Sampdoria Claudio Ranieri sembra essere un allenatore in difficoltà. Almeno secondo Massimiliano Lussana e la sua Puntina
Era il derby che tutti sognavano il giorno del sorteggio di Coppa Italia.
Ed era il derby che domenica nessuno avrebbe voluto giocare: la Sampdoria più brutta di sempre sconfitta in casa dal Bologna e prima ancora a Cagliari e prima ancora scialba nel derby di campionato e il Genoa migliore del solito, ma sconfitto anche a Udine e in piena zona retrocessione.
Insomma, il derby di Coppa era la partita che non ci voleva. Quella dove non potevi mettere i sostituti, le riserve, le quarte linee. Quella da giocare davvero. Ecco, quella di Coppa è stata una partita vera.
E, al Ferraris, quasi un segno del destino, faceva molto meno freddo di domenica anche se si giocava due ore dopo.
Quasi un ulteriore segno di Eupalla, Dio del calcio, che si faceva sul serio.
E si è fatto sul serio e ne è uscito un derby molto, ma molto, più bello di quello del campionato, dove peraltro comunque il Genoa era stato superiore.
Come se Maran si esaltasse nel derby e Ranieri che – prima di arrivare a Genova era il mago delle stracittadine – si perdesse completamente per strada quando vede rossoblù: tre su tre (due sconfitte e un pareggio che vale una sconfitta) inizia a essere qualcosa in più di una coincidenza.
Eppure, fino al sessantesimo aveva giocato solo la Sampdoria ed aveva dominato con il Genoa messo malissimo in campo da Maran e una squadra senza capo nè coda dominata in ogni settore del campo.
Nemmeno un tiro in porta rossoblù, mentre la Sampdoria faceva accademia e si mangiava il goal del raddoppio e quello del 3-0 e quello del 4-0.
Ma quello dell’1-0, il solito capolavoro di Verre, bastava e avanzava per innamorarsi del calcio.
E qui torno alla domanda con cui avevo finito dopo l’oscena partita blucerciata con il Bologna: come è possibile che uno come Valerio Verre resti in panchina?
Peraltro, dopo il goal, è stato significativo vedere il numero 8 blucerchiato, nettamente il migliore in campo, correre verso la panchina e non abbracciare il tecnico, ma i compagni di squadra.
Così, sarà un caso. E devo dire che nel primo tempo ha fatto bene anche Antonino La Gumina. Poi, però, dopo il sessantesimo, la partita ribaltata.
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Sampdoria, caro Ranieri ne stai sbagliando troppe…
La Sampdoria completamente sparita e giustamente umiliata da un Genoa che ha trovato in Scamacca (un fenomeno purtroppo in prestito secco) la punta che mancava da anni.
La svolta? Quelli che fa entrare Maran sono i migliori.
Dall’altra parte, invece, Ranieri per la quarta partita di fila sbaglia tutto.
Primo capo d’accusa: se hai Verre in rosa e non lo fai giocare è colpa tua.
E abbiamo assistito all’ennesima prova di questo: il numero 8 blucerchiato è stato il migliore e ha segnato un gol straordinario, oltre a creare altre occasioni, assist, giocate fantastiche, uno spettacolo puro.
Secondo: la presenza di Leris, su cui Ranieri continua a insistere, ma che per l’ennesima volta fa l’errore che costa la partita.
Terzo: il ritardo nei cambi; mentre Maran ribaltava la partita sir Claudio aveva ritmi da tè delle cinque, anzi da camomilla. E lui, che è stato il primo propugnatore dei cinque cambi, ne fa solo quattro e aspetta il 73esimo per fare il primo e soprattutto l’85esimo per mettere Gabbiadini, che dimostra immediatamente di essere l’uomo che serviva.
Quarto: i nomi dei cambi. Come è possibile fare entrare Damsgaard e addirittura Ekdal prima di Gabbiadini? Non scherziamo.
Sampdoria, caro Ranieri ne stai sbagliando troppe…


