Massimo Ferrero torna a parlare di Sampdoria. Lo fa toccando tanti argomenti anche il suo futuro con tanto di sorprese…
Massimo Ferrero si racconta a Telenord. Lo fa parlando della città che frequenta ormai da 6 stagioni, di una possibile candidatura in politica (non vuole diventare sindaco nè di Genova e nemmeno della sua Roma). Lo fa mandando un messagio ai tifosi e sul proprio futuro.
“Una cosa sarebbe bella, vincere qualcosa con la mia squadra, fare un regalo a questi signori e poi se vogliono farmi un regalo vorrei diventare cittadino onorario di Genova, non sarebbe male. Però prima devo dimostrare ancora tanto, dobbiamo costruire, fare gli spogliatoi fermati dalla burocrazia, finire la mia opera e poi a Roma ci vado non a fare il sindaco ma il ‘Nonno Massimo’. Sono un nonno rock e ringrazio la città di Genova che mi ha dato tanto anche se ci sono persone che mi dicono delle cose, io gli voglio bene lo stesso. Voglio bene a Genova e alla mia Sampdoria.”
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Capitolo chiusura stadi: “Io voglio che la gente torni allo stadio perchè il calcio è passione. Non c’è partita senza tifoso, non c’è partita senza arbitro o senza regole. Stiamo vivendo un periodo particolare, di timore, di poche certezze. Stamattina ho detto che c’erano 45 mila posti a Marassi e un signore mi ha corretto dicendomi che ce ne sono 40 mila. Se ce ne mettiamo 20 mila vuol dire che abbiamo rispettato la legge del metro di distanza, poi sta a noi squadre di calcio far rispettare le regole ma non togliamo questo gioco meraviglioso ai tifosi. Così rischiamo di andare a sbattere….”.
Infine il mercato che ha portato in casa Ranieri dei colpi importanti: “Io sono l’uomo delle soprese, quando meno te lo aspetti arrivo. Io vedo il calcio come un’azienda, a volte andare a risparmiare fa più danno che non guardare. Io l’anno scorso ho sofferto molto e ho voluto regalare tre player importanti ai nostri ragazzi. Abbiamo una grande squadra ma abbiamo dei ragazzi motivati ma un po’ spaventati, mettendo dentro tre signori più grandicelli con esperienza e fortissimi dovremmo fare delle belle partite. Candreva l’ho voluto con tutto il cuore, Keita uguale, il signor Silva me l’ha chiesto il mister e ci ho lavorato due mesi. L’ho fatto per per fare un regalo ai tifosi ma soprattutto a Ferrero che ha il mal di cuore e non vuole più soffrire.”
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