Calcio&Finanza e MasterSports hanno analizzato tre profili giuridici di rischio per le società di serie A alla ripresa del campionato. Abbiamo contestualizzato queste criticità relativamente alla Sampdoria.
I Contratti in Scadenza al 30 Giugno
I calciatori in prestito potranno fornire la propria attività anche oltre il 30 giugno? I giocatori con contratto in scadenza il 30 giugno, potranno essere obbligati a giocare anche oltre e sino al termine della stagione sportiva? La FIFA non può infatti imporre la proroga della scadenza dei contratti, come recentemente confermato dal Chief Legal Officer, Emilio Garcia Silvero. Per ora si è limitata ad indicare alcune linee guida che le singole Federazioni dovranno tradurre in norme speciali.
Se nel contratto si fa riferimento alla stagione sportiva senza specificare una data precisa, secondo la FIFA non ci sono problemi. Il termine viene automaticamente adeguato alla fine della stessa, sia essa il 30 giugno, il 31 luglio, il 31 agosto o qualunque altra data.
Se invece nel contratto si fa riferimento specifico al 30 giugno, secondo la FIFA bisogna valutare la comune volontà delle parti. Dunque si presume che società e calciatore abbiano voluto intendere non tanto la data in sè, ma il termine della stagione. Anche in questo caso il contratto scadrà automaticamente con il nuovo termine della stagione sportiva 2019/2020. A cascata, i trasferimenti con effetti dal 1 luglio avranno efficacia con il nuovo inizio della stagione sportiva.
Coronavirus: Sampdoria, i problemi legali alla ripresa
Per la Sampdoria i problemi potrebbero riguardare Yoshida (in prestito e in scadenza di contratto), Maroni (comunque sulla strada di ritorno verso l’Argentina) Caprari (in prestito al Parma) e Murillo (in prestito dal Valencia e poi girato sempre in prestito al Celta Vigo).
Vista l’incertezza sull’effettiva ripresa del campionato e dunque l’assenza di norme vincolanti e specifiche, non c’è però un obbligo di adeguarsi a quanto indicato dalla FIFA.
Giocatori che andarsene prima del tempo da una squadra dove non giocano o società che vogliano risparmiare sugli stipendi potrebbero ricorre in tribunale. Il giudice dovrebbe quindi valutare se la scadenza del 30 giugno sia da intendersi prorogabile o no.
La Clausola dell’Eccessiva Onerosità Sopravvenuta
L’art. 1467 del codice civile consente di liberarsi di un contratto che sia diventato particolarmente oneroso per vicende successive alla stipulazione, straordinarie ed imprevedibili, proprio come la pandemia.
Ad oggi solo l’Ascoli ha utilizzato tale clausola per licenziare l’allenatore Roberto Stellone, ma se quest’impostazione verrà confermata dai giudici è destinata ad essere imitata anche da altre società.
Non c’è dubbio che l’eventuale chiusura anticipata dei campionati produrrà effetti negativi sugli introiti fissi per le società ( mancati introiti degli stadi vuoti e da quote diritti TV). Però l’applicabilità della norma è agganciata alla specifica situazione finanziaria di ciascuna società interessata. Quindi bisognerebbe verificare caso per caso e non potrà certamente
Il comma 3 della norma in questione consente comunque alla parte a cui è chiesta la risoluzione (quindi al giocatore o all’allenatore) di evitarla, riducendosi proporzionalmente lo stipendio.
In questo senso Massimo Ferrero ed Emil Audero, “sindacalista” dei giocatori blucerchiati, sembrano devono trovare un accordo sulla riduzione degli ingaggi anche per scongiurare soluzioni estreme e drastiche come quelle intraprese dalla società ascolana.

Profili di Responsabilità Penale correlati al contagio da SARS-CoV-2
Da ultimo occorre valutare la possibile responsabilità penale della società, nel caso in cui un proprio tesserato dovesse risultare positivo al COVID-19.
Ai sensi del D.L. 18/2020, c.d. “Decreto Cura Italia”, il contagio da covid-19 è qualificato come infortunio professionale del dipendente se contratto a causa della prestazione lavorativa.
Se si considera che la ripresa del campionato sarebbe subordinata ad un isolamento dei calciatori, che quali verrebbero in contatto esclusivamente con membri del proprio club ed avversari, non sarebbe difficile dimostrare di essersi ammalati a causa del proprio
Il datore di lavoro (la Sampdoria quindi) dovrà dimostrare di aver adottato tutte le cautele possibili per la prevenzione del rischio. Altrimenti potrebbe rispondere di lesioni colpose aggravate in caso di violazione di norme di sicurezza dei lavoratori.
Oltre alla sanzione penale che colpisce i dirigenti, ci sarebbero gravi conseguenze per la società, ai sensi del d.lgs. 231/2001, con una sanzione pecuniaria unita all’interdizione dall’esercizio dell’attività (cioè l’impossibilità a partecipare a competizioni sportive).
Coronavirus: Sampdoria, i problemi legali alla ripresa
Tra tutti il medico sociale è senza dubbio l’incarico che presenta la maggiore esposizione in termini di responsabilità individuale. Il responsabile medico dei blucerchiati, dott. Amedeo Baldari, colpito in prima persona dal covid-19 e per fortuna guarito, ha giustamente alzato la voce, insieme ai suoi colleghi.
“Ci sembra abbastanza strano sentir parlare di responsabilità penale dei medici. Prima di arrivare a situazioni estreme come scioperi o dimissioni di massa, chiediamo semplicemente di essere ascoltati – ha detto qualche giorno fa-. C’è un gruppo di medici giovani e anche anziani che collaborano dall’inizio della pandemia. Ci siamo sentiti giornalmente, però adesso vogliamo essere ascoltati”